Il mondo dell’Arte Sequenziale vive una strana esistenza sospesa tra concezione visuale e natura letteraria che le permettono di attinge a piene mani da tutto i materiali mistico-religioso creati dall’uomo nel corso dei millenni.
Non è un segreto se la primaria differenza nell’impostazione dell’immaginario fumettistico derivi dalla nazione di origine e dalle influenze culturali secolarizzate in esse: non è un caso se la filosofia antica ed i principi della fisica aristotelica si trovino spesso alla base della narrazione.
In un universo, quello dei fumetti di supereroi, che si affacciava al mondo partendo dalla natura profetica di Superman, l’intreccio tra religione, mitologia, filosofia ed alchimia sta alla base di molti concept per personaggi che tutti conosciamo.
Pensiamo ai Fantastici Quattro: sono solo la rappresentazione della normale famiglia americana in lotta con il cambiamento sociale degli anni 60? Probabilmente si, ma al contempo rappresentano l’interezza universale degli elementi naturali secondo gli antichi greci: Aria (l’abilità di svanire della Donna Invisibile), Acqua (il potere di rendersi elastico/fluido di Mr Fantastic), Fuoco (l’autocombustione della Torcia Umana) e Terra (la pelle rocciosa della Cosa).
Un nucleo familiare perfetto che ricrea al proprio interno un microcosmo completo assumendo tutte le caratteristiche prima, o Arché, care ad Anassimandro, Anassimene, Talete ed Eraclito sul cui pensiero ci vogliamo soffermare.
Il Logos di Eraclito veniva, metaforicamente, definito dalla natura guizzante delle fiamme in continuo mutamento come l’uomo stesso, dalla loro infinita capacità di consumare materia, o terra, per produrre energia bruciando l’aria, modificandola attraverso il calore per poi ricadere sulla terra nutrendola sotto forma di pioggia, quindi di acqua: il ciclo dell’universo.
Il fuoco è uno dei quattro elementi alchemici fondamentali proprio per la sua capacità di modificare gli stati della materia e la creatura mitologica che rappresenta questo fenomeno viene chiamata Fenice, l’uccello capace di rinascere dalle proprie ceneri il cui nome, proprio per questa sua natura di mutazione ciclica, veniva associato alla mitica Pietra Filosofale.
Ogni mitologia, dalla Cina alla Grecia, possiede una propria versione di questa creatura che compare nella Bibbia, nel Corano, nei testi sacri egizi ed Indù come nei racconti pre islamici de Le mille e una Notte.
Se in Egitto il suo ciclo vitale di morte e rinascita, in quanto creatura legata la culto del sole, era vincolata all’acqua, negli alti paesi è sempre stata identificata come una forza di rinascita derivante dalla distruzione, stesso dicasi per il mondo del fumetto in cui questo animale mitologico trova una collocazione fondamentale dal finire degli settanta.
La Fenice dell’universo Marvel (quello degli Avengers e di Spiderman) è una creatura onnipotente, una forza primaria del cosmo che viaggia attraverso l’universo sin dal momento della creazione con un duplice scopo: far progredire le civiltà pronte per il balzo evolutivo o distruggere quelle perse ormai nella stagnazione socioculturale. Essa non possiede un vero controllo su questa dicotomica relazione legata all’essenza stessa del fuco prometeico, ma si affida ad un ospite, nella fattispecie la rossa chiomata Jean Grey degli X-Men affinché, attraverso una relazione simbiotica, le permetta di comprendere il mondo in cui si è imbattuta e le potenzialità della sua popolazione.
Il mondo dei fumetti è un luogo strano, di messaggi stratificati per le diverse tipologie di pubblico che prendono in mano un comic book e la Fenice riassume in se molte delle concettualità archetipiche legate al fuoco: a partire dalla duplice natura creativa/distruttiva della fisica Aristotelica, attraverso la Volontà di potenza di Nietzsche fino al languore dei sensi, erotico e sensuale della psicologia contemporanea.
La storia editoriale del personaggio, nella versione originale, rappresentava perfettamente il rapporto tra l’uomo ed il bisogno si rinnovamento che deriva dalla Volontà di potenza intesa come perpetua pulsione al cambiamento dei valori, sia esso in positivo o in negativo.
Non è un caso se la Fenice possegga anche nei fumetti una duplice natura: la carriera fumettistica che ne racchiude la parabola giunge infatti al culmine con la celebre “Saga di Fenice Nera” in cui il lato oscuro della, un tempo, giovane ed ingenua Jean Grey si materializza in una nuova personalità oscura, sensuale e vendicativa capace di distruggere un intero pianeta abitato per placare la follia di una mente corrotta dalla fiamma del potere.
Jean Grey afferma la propria maturità sessuale nel corso degli albi citati trasformando il puro fuoco benevolo della Fenice nelle oscure e languide fiamme del peccato manifestando una natura oscura che la colloca tra i malvagi tout court: quelli che, perso ormai ogni legame con la realtà, si lasciano corrompere dalle tenebre.
Gli X-men sono sempre stati un fumetto fortemente adolescenziale e questa duplice natura della Fenice ne è solo un esempio: un sapiente utilizzo di un cammino esoterico molto potente per rappresentare il passaggio del ragazzo all’età adulta o, esotericamente parlando, del mistero all’accettazione.
Non è casuale se il culmine della vita editoriale della Fenice sia il proprio suicidio: un gesto di chiarezza, una presa di responsabilità per i proprio errori che porta la creatura a pagare con la vita la propria colpa rinascendo purificata dal peccato, nuovamente solo come Jean Grey, attraverso l’esperienza umana più preziosa raccolta durante la propria esistenza: l’amore che vince la morte e purifica lo spirito.
Saranno i sentimenti di Ciclope e Wolverine, l’amicizia di Tempesta e l’affetto suo mentore, il Professor Xavier a portare la Fenice in uno stato di consapevolezza tale da accettare la propria morta sicura di una rinascita nel segno del rinnovamento.
Così sarà nell’infinito ciclo narrativo dell’arte sequenziale in cui ogni idea mai partorita dalla mente dell’uomo viene ripresa, rivisitata e ricostruita per passare, sotto nuova forma, alla generazione successiva per rinnovarne la creatività e capacità di sognare.
Francesco Lodato