L’Incanto dell’Immaginazione conduce l’essere umano ad abbandonare le briglie del pensiero che, in quanto Aria molte volte sospinge la percezione dell’astante ad incatenarsi a  circolari vicoli ciechi che non portano da nessuna parte se non nelle spire dell’elucubrazioni vacue, inconsistenti, paradossalmente alle volte rassicuranti. Questo mondo magico che straborda di fantasia, invece, cerca di sintonizzarsi, al di là delle apparizioni illusorie che vengono create dall’area fantasmatica della traumatizzata mente, con rappresentazioni che si nutrono di altre armonie, provenienti da una “linea verde” più chiara, pulsante che segue anche il ritmo del cuore.

L’Immaginazione si abbevera alla Sapienza della Coppa e della Spada, è principio Maschile/Femminile, dialoga armoniosamente per esperire forme che si nutrono di contenuti in cui Ombra e Luce trovano la loro quiete agognata: l’interpretazione lascia spazio alla contemplazione, il movimento all’apparente stasi,  per poi ritornare a ricercare quel cammino che è l’espressione di un gioco in cui ogni partita si dispiega in una battaglia, il cui vincitore indossa ora la maglia nera, ora quella bianca accecante e scintillante. Le sfumature? Ebbene sì esistono, è un’ascesa e discesa che percorre la sacra via dei 7 colori: Muladarha – radice- bacino – emozione è legata all’espressione del trattenere, controllare gli istinti – rosso; Svadhistana – ventre – piacere sessuale in tutte le sue alte accezioni – arancio; Manipura – plesso solare- qui l’emozione è diretta a rivelare la propria intima essenza – giallo; Anahata – cuore – provo e vivo i sentimenti e li comunico senza alcuna remora o falso/illusorio giudizio – verde; Vishudda -gola- do voce alla creatività che conosce le vie dell’Altro in alto e in basso- azzurro; Adjna- il centro della fronte, il terzo occhio – connessione con altre visioni, Pensiero – Volontà alta-  indaco; Sahasrara – sopra il cranio – essere in comunione con le forze dell’Universo e con la Divinità – viola.  Ecco questa è la scala di armonie che abbiamo in ciascuno di noi, è qui che alberga un flusso energetico anelante alla purificazione; esso in maniera consapevole o inconsapevole, vuole e sceglie, e quando si ha la possibilità di costruire un dialogo interiore si aggancia con forze apparentemente sconosciute, o che non vogliamo riconoscere, che stentiamo ad accettare o meglio ad accogliere. Sono appunto 7 centri pulsanti di energia e sono un favoloso collegamento con le fattezze del nostro corpo che non è solo carne – materia – terra ma è anche emozione-acqua che scorre, è aria- pensiero, fuoco- volontà che va oltre la mera passione: dal basso si risale verso l’alto per poi ritornare giù in maniera analogica, in un ciclo perenne che accomuna l’intero genere umano. Direbbe Ermete Trismegisto in una delle enunciazioni presenti nella famosa Tavola Smeraldina, che non rappresenta solo una delle leggi spirituali ma certamente è una visione Archetipale dell’esistenza: 1° È vero, è vero senza errore, è certo e verissimo. 2° Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola[1].

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I 7 Chakra

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La Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto

La legge analogica regna nella nostra vita, e molte volte non la riconosciamo consciamente, sicuramente l’inconscio sa e nei momenti opportuni là dove l’Io etico di freudiana memoria lascia consapevolmente o inconsapevolmente spazio, ecco che Il che Jung ben definisce prende il suo sopravvento al di là di una restrizione ingabbiante costruita da antiche ferite di “familiare” creazione: “Esso rappresenta l’unità e la totalità della personalità considerata nel suo insieme. In quanto però quest’ultima, a causa della sua componente inconscia, può essere conscia solo in parte, il concetto del Sé è, propriamente parlando, potenzialmente empirico e quindi è, allo stesso titolo, un postulato…  il Sé, in quanto totalità psichica, possiede tanto un aspetto cosciente quanto un aspetto inconscio. Empiricamente il Sé appare nei sogni, nei miti e nelle favole in una immagine di “personalità di grado superiore”, come re, eroe, profeta, salvatore ecc.; oppure di un simbolo della totalità, come il cerchio, il quadrato, la quadratura del circolo, la croce ecc. Rappresentando una complexio oppositorum una sintesi degli opposti, esso può apparire anche come diade unificata, quale è per esempio il Tao, fusione della forza yang e della forza yin, come coppia di fratelli oppure sotto l’aspetto dell’eroe e del suo antagonista (drago, fratello nemico, nemico mortale, Faust e Mefistofele ecc.). Ciò vuol dire che sul terreno empirico il Sé appare come un giuoco di luce e di ombra, quantunque concettualmente esso venga inteso come un tutto organico e quindi come un’unità nella quale gli opposti trovano la loro sintesi.“[2]. Il quindi, nonostante il gioco del nascondimento che opera con le fattezze dell’Io, trova la sua antica voce espressiva e diventa uno dei 12 Archetipi che connotano il cammino dell’individuo – Eroe: il Creatore[3].

Riflettiamo seguendo i passi dell’Immaginazione e cerchiamo di cum-prendere- esplicitamente accogliere a Sé, la sua altissima e pregnante fusione e funzione. Il potere dell’Immaginazione attiva  è danza del movimento e delle emozioni. L’incanto avviene così: ogni magica pulsione assurge a solenne epifania della rappresentazione, attira “le Visioni”, esse aleggiano nell’aree per trovare quiete con l’aiuto del verde – amore , allora si incarnano dopo aver attirato a sé la veste consona alla propria “forma”: pittura, scultura, disegno, spettacolo, danza “immagine in movimento di deleuziana memoria”[4], simbolo, grafema,  etc, declinazioni tutte protagoniste, senza alcuna distinzione tra alto e basso,  della somma Arte. Il palcoscenico naturale dell’immaginazione attinge ad attori che hanno ben chiaro che non basta la phonè per esprimere il potere creativo che essa genera, le forze in campo sono altre! Animus e Anima hanno varcato l’agognata soglia e volgono lo sguardo ambedue a ciò che deve scaturire nella scintillante forma che assorbe in sé il contenuto per plasmarlo, elaborando fantasie interne che attivano processi di onirismo emananti immagini eidetiche, mnemoniche, fantastiche assorbenti nel loro ventre il dialogo fitto fra realtà e illusione .  Ricordiamo che Animus e Anima non è un mero doppio, è la base significante che dorme nel Soggetto che percepisce lo specchio del suo Oggetto:  L’Anima, femminile, aggraziata, feconda come la terra, accogliente come la potente Madre – Binah[5] nella sua doppia veste di Maria- Stella Maris e Marah “ Visione del Dolore” e quindi morte e forza-vita , sacra come una donna- il sacro Femmineo- la Luna; l’Animus, maschile come un seme, forte come un Padre, sicuro come un uomo, caldo e di fuoco come il Sole. Ecco questi sono i principi archetipici insiti nell’essere umano, presenti in ogni cultura e religione, che rappresentano gli elementi della psiche. E ogni bambino interiorizza l’esperienza della sua Anima grazie all’introietto materno e l’esperienza del suo Animus – introietto paterno: sono queste immagini- rappresentazioni, che a loro volta contengono quelle dei padri e delle madri passati, che guidano i traumi e non solo della nostra vita. Animus – Anima sono presenti in ogni donna e uomo, questo dualismo regola le relazioni con l’altro a prescindere dalla determinazione reale, illusoria o ancora psicologica.

Il mondo magico dell’Immaginazione scolpisce la creatività dell’individuo che vuole esprimere la sua pingue azione conquistando con ardore i campi dell’Arte. Ciò avviene quando l’individuo si abbandona alla forza dell’acqua- emozione, del fuoco- volontà di divenire, dell’aria- pensiero e non ultima la terra- la ricaduta nel reale, e sceglie di esercitare, sotto la guida delle metafore dei quattro elementi, una doppia percezione: della “memoria” e dei “sensi”; così accanto alla capacità logica di risolvere problemi si innesta come elemento che unifica differenti strategie la fantasia intesa come modalità che sa delineare scenari nuovi.

L’immaginazione o l’atto creativo o del creatore non è mera artisticità che determina l’oggetto di contemplazione o ammirazione, non è evocare una vita fittizia e artificiale, è una reverie che sgorga pulsante dall’”interno” è “una sintesi soggettiva che tende a divenire oggettiva, è l’ideale”, ovvero “una costruzione in immagini che deve divenire una realtà”, “l’ovulo che attende d’essere fecondato per dare inizio alla sua evoluzione”[6].

E’ possibile che l’immaginazione plasmi una maschera che si nutri e si presenti come forma catalizzante delle risorse fin qui enunciate: memoria, fantasia, Animus- Anima, pensiero- sentire, flusso di energia discendente e ascendente, Ombra – Luce, Distruttore (ciò che è vecchio e stantio) e L’Amante – richiamo alla vita e all’Amore. Essa viene indossata da colui che ha in sè il seme della creatività: l’archetipo del Creatore

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La storia archetipica del Creatore ci trasporta in una iconografia antica e divina, ad una unità primigenia, il Chaos, l’Aleph, è l’Uno dal quale scaturisce poi l’armonia, è il cielo delle quattro stagioni, è quella vibrazione che prefigura l’esperienza, che abbraccia, accoglie il segreto di ciò che si distacca dalla vita che sa cosa è la morte. La dynamis che anima l’azione del Creatore è rossa e ammanta con il suo fiammeggiare la sacra coniuctio Luna Sole, il compendio dell’energia vitale.

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Il Creatore saltella mercurialmente tra l’essere e non -essere, naviga nel mare delle transizioni da uno stato esistenziale ad un altro, morde e assapora i colori, la progettualità dell’avventura. E’ il folle, il giullare che è capace di attingere alla coppa, all’argenteo brioso e giocoso e seguirne il ritmo o il flusso apparentemente instabile, cucire con l’ausilio della beata volubilità la seduzione di una verità ineffabile ed in fieri. L’immagine immateriale traduce ineluttabile la Sapienza arcana. Il creatore è l’espressione di una libertà che è stata acquisita dalla conoscenza di Sé e si muove agilmente con  la forza della consapevolezza riconoscendo i tranelli dell’illusione che non è Fantasia, tra desiderio mera traslazione del vero bisogno e paura, trae dai demoni interiori quella forza che trasforma in nuova energia vitale; sa che il potere può condurlo verso l’ombra e solo riconoscendola e indossando il saio dell’umiltà può assurgere alla luce. Il creatore conosce la forza dell’Animus e dell’Anima, la vera virilità sta nell’espressione della vulnerabilità come la vera femminilità è andare oltre la dipendenza, riconoscere che l’attribuzione del “fallo” non è potere, è solo difesa senza alcun giudizio inquisitorio, conduce solo all’aridità e alla sterilità. Il Creatore non deve farsi fagocitare dalla sua ombra, deve riconoscere le sue possenti fauci: l’aborto e il non riconoscere la capacità di divenire con le ali dell’immaginazione che possono sfiorare quelle vette che non necessitano di timbrini, riconoscimenti sociali, in quanto il suo compito eccezionale è l’autoaccetazione, il riconoscere la propria identità ricomposta in un Uno che ama e si Ama. Il Creatore conosce i segreti del mondo magico dell’immaginazione, il suo lavoro è disvelare le trappole dell’Io che lo incatenano per liberare “lo spirito della materia”, questo avviene nel momento in cui il principio di individuazione assurge e lascia la sua effimera sepoltura e riconosce che i guardiani della soglia dell’inconscio sono solo dei Golem. E’ necessario che il Creatore con gli strumenti di una viva consapevolezza, attingendo al pentagramma di un’esistenza in cui le differenti note sono espressione di pensiero e cuore, osservi e sappia che nel Buio, nel Vuoto, nell’Abisso vi sono nascoste quelle impronte che evocano creazioni cosmogoniche che stanno alla base di quella dynamis che fa sì che l’inerte prende- crea vita nuova che cresce.

 

[1] Contenuto della tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto. 1° È vero, è vero senza errore, è certo e verissimo. 2° Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola. 3° Come tutte le cose sono sempre state e venute da Uno, così tutte le cose sono nate per adattamento di questa cosa unica. 4° Il Sole ne è il Padre, la Luna è la Madre, il Vento l’ha portato nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice. Il Padre di tutto, il Telesma di tutto il Mondo è qui; la sua potenza è illimitata se viene convertita in Terra. 5° Tu separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso, dolcemente, con grande industria. Ei rimonta dalla Terra al Cielo, subito ridiscende in Terra, e raccoglie la forza delle cose superiori ed inferiori. 6° Tu avrai con questo mezzo tutta la Gloria del Mondo, e perciò ogni oscurità andrà lungi da te. È la forza forte di ogni forza, perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. 7° È in questo modo che il Mondo fu creato. 8° Da questa sorgente usciranno innumerevoli adattamenti, il cui mezzo si trova qui indicato. 9° È per questo motivo che io venni chiamato Ermete Trismegisto, perché possiedo le tre parti della filosofia del Mondo. 10° Ciò che ho detto dell’operazione del Sole è perfetto e completo

[3] Per Jung vi sono 12 Archetipi che connotano lo sviluppo della personalità e sono simboli che marchiano il nostro inconscio collettivo: Il Saggio, L’Innocente, L’Esploratore, Il Governante, Il Creatore, Il Custode, Il Mago, L’Eroe, L’Amante, Il Buffone, L’Orfano.

Per approfondire su questo argomento ricordiamo K. Jung, Gli Archetipi dell’inconscio collettivo, Boringhieri, Torino

  1. S. Pearson, Risvegliare l’Eroe dentro di noi, Astrolabio, Roma; in cui l’autrice conduce il lettore ad una riflessione sul +dialogo che si innesta tra gli Archetipi che guidano l’Anima e quelli che muovono il Sé.

[4] Gilles Deleuze, L’immagine-movimento. I° volume, cinema,Ubilibri, 1984

 

[5] Binah è la donna matura , la matrona … Il Fondamento della Saggezza Primordiale … E’ il terzo  Triangolo Superno, rappresenta la potenza femminile dell’Universo ma anche l’oscura Madre Sterile… Il Grande Mare …

Cfr. Dion Fortune, La Cabala Mistica, Astrolabio, Ubaldini Editore, Roma,  1973

[6] T. Ribot, Essai sur l’imagination creatrice, Paris, Alcan, 1900, p. 67. L’immaginazione creatrice, per la ricchezza dei suoi contenuti e delle sue produzioni, non è riducibile ad alcuna legge prefissata: solo l’esperienza e l’osservazione potranno permetterci di trarre una formula che generalizzi il suo sviluppo attraverso due periodi separati da una fase critica: «un periodo di autonomia e di effiorescenza, un momento critico, un periodo di costituzione definitiva che presenta numerosi aspetti» (ibid., p. 139). L’immaginazione così strutturata e sviluppata si specifica poi in varie forme che ne determinano il concreto spettro d’azione: il termine «immaginazione creatrice», come tutti i termini generali, rimane un’astrazione se non aderisce a uomini che immaginano. Essa diviene così immaginazione «plastica», «diffluente», «mistica», «scientifica», «meccanica», «commerciale» e «utopica». Esse dimostrano in ogni caso che l’uomo è capace di creare per due ragioni principali: «la prima, d’ordine motorio, consiste nell’azione dei suoi bisogni, appetiti, tendenze e desideri», la seconda «è la possibilità di una riviviscenza spontanea delle immagini, che si raggruppano in nuove combinazioni» (ibid., p. 261).