C’e una festa dei folli in Italia che non si svolge a ridosso della Quaresima.
È un Carnevale festeggiato da 49 anni nella notte delle streghe e nel giorno di ogni santi.
È momento lungo quattro giorni, in cui la medioevale Lucca nella regione che fu culla del Rinascimento, si veste con colori sgargianti accogliendo migliaia di volti e maschere da ogni dove. È una connessione tra mondi dell’immaginario, un baccanale, un banchetto di emozioni, sensazioni e dimensioni che si incontrano e si cercano dimostrando che, sebbene cerchino di farcelo credere, l’immaginazione non è ancora morta.
Dal passato al futuro, dal sacro al profano, dall’est all’ovest, dalla carta alla celluloide, dalla parola alla musica, dalla storia verso l’ignoto: universi che collidono generando creatività, creando opportunità culturali rivelandoci una pericolosa verità: esistono persone nel mondo che hanno fatto dei loro sogni un mestiere e che di questo vivono serenamente.
Dal libro al videogame: dalla narrazione orale a quella visuale sospesa tra ieri e domani in bolle virtuali dove le emozioni si trasformano in stimoli audiovisivi portati all’eccesso nel tentativo di rendere reale il virtuale: il postmoderno incontra i suoi genitori ammettendo che anche guardando al futuro la parola ed il disegno sono elementi chiave dei nuovi linguaggi ludici.
La tradizione religiosa e quella pagana si incontrano nelle chiese e negli oratori ospitando le conferenze dei grandi scrittori del fantasy contemporaneo, per 96 ore, i santi ascoltano silenti uomini e donne che parlano di Elfi, Fate e Magia.
Tra le mura della città medievale, l’est incontra l’ovest ed i migliori mangaka del mondo incontrano il loro pubblico confrontandosi con gli autori dei Comics americani e dei fumetti europei: per quattro giorni “Una ballata del Mare Salato” diviene la “Divina Commedia” del popolo dell’immaginario, individui che non hanno paura di conoscere ciò che si muove, culturalmente parlando, al levare ed al tramontare del sole.
Siamo i creatori di Pulcinella, Arlecchino e Balanzone, siamo gli eredi della Magna Grecia ed i padri della Commedia dell’Arte: per questo durante il Carnevale riempiamo le strade con maschere e costumi, perché fanno parte della nostra tradizione, del nostro retaggio.
Nel paese del sol levante c’e una tradizione che, con le dovute differenze, appartiene a noi ed ai greci: il teatro, precursore del cinema ed erede della poesia cantata, il luogo dove il rito e la devozione si sono trasformati in spettacolo ed intrattenimento, il luogo dove le maschere degli dei e degli eroi prendevano vita.
Oggi lo chiamano “Cosplay”, un termine anglofono per internazionalizzare il concetto del cacciatore che indossa la pelle dell’animale cacciato per ottenerne il potere, del devoto che indossa la maschera della divinità per ottenerne il favore ed oggi, di colui che indossa il costume di un eroe per vincere l’impotenza sociale dell’individuo.
Possediamo il terzo evento mondiale del settore perché siamo un popolo di Poeti, di Santi e di Navigatori, siamo Italiani e le nostre radici culturali non verrano mai recise del tutto: fanno parte di noi ad un livello tale da diventare meccanismi inconsci del piacere pertinente.
Se l’ignoto fa paura, allora noi siamo stimolati a conoscerlo, ad esplorarlo ed affrontalo, fisicamente, emotivamente e culturalmente: non è per debolezza che siamo esterofili, ma per curiosità, non per mancanza d’identità, ma per la poliedricità delle nostre origini assimiliamo con facilità l’arte, la cucina e le tradizioni degli altri paesi.
Per questo mangiamo Pizza, Hamburger e Ramen, non è facile spiegarlo ma la commistione culturale presente a Lucca durante i giorni dei “Comics” è simile ad un viaggio all’inseguimento del sole, da un estremo all’altro della Terra in cerca di qualcosa oltre l’orizzonte, un viaggio dentro chi siamo oggi e come cerchiamo di reagire al mondo che ci circonda.
Possiamo scegliere di ignorarlo, o accettare che i nostri giovani, gli stessi costretti a partire in cerca a di lavoro, abbiamo capito quanto la natura multiculturale del nostro retaggio li renda cittadini del mondo molto più delle generazione stanziale che li ha preceduti.
Oggi i ragazzi imparano l’inglese dai videogame, dai cardgame, dai fumetti e dai libri, interessandosi all’intrattenimento migliorano loro stessi, è questo che succede quando l’immaginazione prende il sopravvento: il colore che sconfigge il grigio tenebroso della quotidianità, sociologicamente Lucca Comics & Games non è solo un evento culturale o fieristico, è una risposta emotiva.
La grande partecipazione e la piena tranquillità, l’atmosfera che si registra nei quattro giorni di incontri, conferenze, proiezioni, dimostrazioni sono una risposta al male che avvelena la modernità, sono la reazione al lento spegnersi dell’individualismo contro la massificazione.
Non c’è futuro senza immaginazione, senza sogni siamo solo marionette manipolabili e questo tipo di società non ci appartiene, per questo 400.000 persone percorrono le strade di Lucca in quattro giorni: per dire che siamo ancora capaci di pensare, di immaginare, di sognare, di sperare.
Cultura popolare come espressione di quello che si agita nel ventre della società, di quella volontà di disobbedire pacificamente con un passo indietro, facendo tutto ciò che per i nostri genitori e per i nostri nonni era sbagliato: riscoprire la nostra infanzia come momento di catarsi emotiva esplorando l’altro da se attraverso la commistione di strutture ludiche e culturali talmente elaborate e diversificate da trasformarsi in arte vera e propria.
Francesco Lodato